Francia, 1888: alcuni mesi dopo l’episodio del taglio dell’orecchio, Vincent si fece ricoverare nell’ex Monastero di Saint Paul de Mausole, da sempre ospedale psichiatrico. Qui Vincent trovò la quiete e vi realizzò circa 150 dipinti, tra cui “notte stellata”.
L’ex Monastero di Saint Paul de Mausole, nei pressi della cittadina Saint-Rémy de Provence, è noto per aver ospitato il grande pittore Vincent Van Gogh. Splendido esempio di arte romanica provenzale, il monastero ha ospitato fin dalla sua costruzione (intorno all’anno Mille) monaci di diverse congregazioni che si sono sempre dedicati alla cura delle persone colpite da malattia psichiatrica.
Una tradizione che non si è spenta con la nazionalizzazione del convento durante la Rivoluzione Francese, quando il monastero venne venduto ai privati. Il luogo, ceduto a privati, rimase – ed è ancora oggi – un centro di cura psichiatrica.
Vincent Van Gogh, pittore folle?
Van Gogh, pittore olandese vissuto nel XIX secolo, è considerato uno dei più grandi pittori di tutti i tempi e ha profondamente influenzato l’arte dei decenni successivi. A rendere uniche le sue opere è una particolare tecnica pittorica: l’uso sapiente del pennello con piccoli tratti, talmente leggeri da far intravedere, in diverse sue opere, la trama della tela. Le sue pennellate creavano atmosfere cariche di pathos: delicate o profondamente incisive, anche quando il soggetto erano dei semplici girasoli.
La sua vita fu particolarmente tormentata e la sua mente vacillò, portandolo più volte sull’orlo della follia. Precipitava spesso nel buio, per poi riprendersi. Temeva questa sua “pazzia” perché avrebbe potuto allontanarlo da tela e pennello, ma così non fu.
Van Gogh realizzò infatti ben 2100 opere fino alla sua morte, avvenuta il 27 luglio del 1890, dopo due giorni di agonia per un colpo di pistola che si era inferto da solo.
Van Gogh e il monastero di Saint Paul de Mausole
Di questi 2100 quadri, ben 150 Van Gogh li realizzò proprio durante la sua permanenza nel manicomio dell’ex Monastero di Saint Paul de Mausole. Vincent vi era entrato spontaneamente l’8 maggio 1889 dopo mesi difficili e turbolenti. Il rapporto tormentato con Gauguin, che lo aveva raggiunto ad Arles sul finire del 1888, era culminato con una furibonda lite il 23 dicembre. In preda ad un impeto di autolesionismo, Van Gogh si era tagliato l’ orecchio sinistro, provocando danni anche al padiglione auricolare. L’artista sarà portato all’ospedale di Arles e curato da un medico di nome Felix Réy.
In seguito, nel 1930 lo scrittore Irving Stone, intento a scrivere la biografia di Van Gogh (“Brama di vivere”), intervistò il dottore, che gli fece uno schizzo per fargli comprendere il tipo di ferita riportata dal pittore. Dopo quell’episodio, la tranquillità mentale del pittore subì molti scossoni, tra cui la richiesta di alcuni abitanti di Arles di internarlo in manicomio. Vincent comprese bene la fragilità della sua condizione. Il 28 gennaio scrisse al fratello Theo:
Anche prima sapevo che ci si poteva rompere braccia e gambe e che dopo si poteva guarire, ma ignoravo che ci si potesse rompere la testa cerebralmente e che se ne potesse pure guarire… Non nego la follia artistica di tutti noi, e non dico che soprattutto io non sia tocco fino al midollo.
E così, a maggio decise lui stesso di ricoverarsi a Saint Paule de Mausole, gestito ai tempi da Théophile Peyron, ex medico navale.
Folle creatività
A Saint Paule, Vincent rimarrà poco più di un anno, dall’8 maggio 1889 al 16 maggio 1890. Fu un periodo particolarmente prolifico dal punto di vista artistico. Non soltanto per la quantità delle opere che produsse (circa 150), ma anche per la qualità di esse. Qui, infatti, Van Gogh dipinse quelli che sono considerati i suoi capolavori, realizzati sia all’interno che all’esterno della struttura. A Vincent era infatti consentito (sotto supervisione), di allontanarsi dall’ospedale per dipingere.
E così oggi possiamo immaginare la sua vita a Saint Paule attraverso capolavori come Iris, La notte stellata, I cipressi, Il campo di grano dei mietitori , La stanza da letto e molti altri.