Nel cuore della campagna pontina, tra i misteri templari e i silenzi gotici dell’Abbazia di Valvisciolo, un giorno del 1863 andò in scena un episodio tanto curioso quanto… saporito. Protagonisti: un frate cuoco, una padella fuori misura e Papa Pio IX.
🍳 Una frittata fuori dall’ordinario
In occasione della prima visita ufficiale di Papa Pio IX all’abbazia, il cuoco monastico decise di rendere onore al Pontefice con una sorpresa culinaria: una frittata insolitamente alta, soffice e generosa. Un piatto semplice nella sostanza, ma teatrale nella forma. E fu proprio questa altezza a colpire il Papa.
Da quel giorno, quella ricetta fu ribattezzata “la frittata di Pio IX”, diventando una tradizione ancora oggi rispettata nelle cucine legate all’abbazia.
📜 Oltre la tavola: la storia continua
Tra il 1863 e il 1865, Pio IX tornò a Valvisciolo e finanziò la restaurazione dell’abbazia, elevandola a priorato conventuale sotto la congregazione di Casamari. Il legame tra il pontefice e questo luogo non fu solo simbolico, ma concreto e duraturo.
Nel 1888, quando il complesso fu messo all’asta dal comune di Sermoneta, fu Padre Bartolomeo M. Daini a riacquistarlo per 10.150 lire, salvando la sua identità spirituale e culturale.
🍴 Una ricetta che sa di memoria
Oggi la frittata di Pio IX è più di un piatto: è un racconto monastico cucinato. Ogni anno, la si prepara ancora “alta come allora”, semplice negli ingredienti, ma ricca di storia e orgoglio popolare. Un assaggio di passato che ancora oggi si gusta tra le mura dell’abbazia.
📌 Scheda in breve
📍 Luogo | Abbazia di Valvisciolo – Sermoneta (LT), Lazio |
🗓️ Data | 1863 – visita di Papa Pio IX |
🍳 Protagonista | Frate cuoco dell’abbazia |
🧾 Curiosità | La frittata viene ancora preparata con la stessa altezza di allora |
📜 Legame storico | Pio IX restaurò e valorizzò l’abbazia; nel 1888 fu riacquistata da un priore |