Fra’ Galgario: il frate pittore che trasformò il Rococò in ritratto

Fra’ Galgario, pittore frate del Settecento, dipingeva gentiluomini in abiti eccentrici in pieno stile rococò

Fra’ Galgario, al secolo Giuseppe Ghislandi, era un frate artista italiano che nel cuore del Settecento dipingeva gentiluomini in abiti eccentrici e teatrali, anticipando lo spirito ironico e brillante del Rococò europeo.

🎨 Dalla tonaca al pennello

Nato nel 1655 a Bergamo, Giuseppe Ghislandi si avvicinò presto alla pittura, probabilmente influenzato dal padre, anche lui artista. La sua vocazione religiosa lo condusse nel 1675 all’ordine dei frati minimi, presso il convento di San Francesco da Paola a Venezia, dove assunse il nome di Fra’ Vittore.

Nonostante la vita monastica, coltivò senza sosta la sua passione per l’arte, studiando i grandi del Rinascimento come Tiziano e Paolo Veronese, e perfezionando una tecnica personale basata sull’osservazione e sull’esercizio incessante.

👁️🗨️ Un frate in cerca della perfezione

Fra’ Galgario si dedicò con rigore allo studio del colore e della figura. Si racconta che nella fase matura della sua vita arrivò a stendere le carnagioni direttamente con il dito anulare, in un gesto quasi intimo e teatrale.

“Cominciò a dipignere col dito anulare tutte le carnagioni, la qual cosa continuò sino alla morte”.
Francesco Maria Tassi, 1732

🌟 Il pittore rococò che vestiva i suoi soggetti come attori

Sebbene nato in pieno periodo barocco, il suo stile venne fortemente influenzato dal più giocoso e frivolo Rococò francese. In un periodo particolarmente creativo, iniziò a chiedere ai suoi modelli di indossare abiti eccentrici, colorati e ricchi, con stoffe sontuose, pose teatrali e cappelli stravaganti.

Questi ritratti di gentiluomini avevano spesso un tono ironico e vanitoso. I contemporanei li definirono “capricciosi”, e non a torto: i suoi soggetti sembravano divertirsi a pavoneggiarsi, sospesi tra serietà aristocratica e giocosa esibizione.

🧑🎨 Ritratti a figura intera e successo privato

Fra’ Galgario si specializzò nei ritratti a figura intera, un formato raro all’epoca, soprattutto per i committenti privati. Riuscì a raffigurare con cura le caratteristiche psicologiche dei soggetti, restituendo espressioni, pose e atteggiamenti con una delicatezza mai ridondante.

Il Ritratto del Conte Giovan Battista Vailetti è uno degli esempi più emblematici: l’abbigliamento fastoso e la posa compiaciuta incarnano in pieno l’estetica rococò con una vena leggera e quasi caricaturale.

📚 Allievi, aneddoti e un’eredità salvata per poco

Nonostante la fama locale, molte delle notizie su Fra’ Galgario si sarebbero perse senza l’intervento di uno dei suoi allievi: Francesco Maria Tassi, storico dell’arte del Settecento, che ne fu anche amico e biografo.

Fu Tassi a tramandare i dettagli più curiosi della sua vita, come la tecnica con il dito anulare o le numerose commissioni da parte di nobili e borghesi, che lo resero uno dei ritrattisti più richiesti della Bergamo settecentesca.

📌 Scheda in breve

🧑🎨 NomeFra’ Galgario (Giuseppe Ghislandi)
📍 LuogoBergamo – Venezia – Italia
🕰️ Periodo1655–1743 (tardo barocco – rococò)
🎨 SpecialitàRitratti a figura intera in stile Rococò
🛐 Ordine religiosoFrati Minimi (San Francesco da Paola)
📚 CuriositàDipingeva le carnagioni con il dito anulare; abiti eccentrici nei ritratti; amico dello storico Tassi