I monaci dell’eremo di Monte Giove, essendo solo tre e avendo alcune celle non utilizzate, hanno realizzato l’iniziativa “adotta una cella”, consentendo di essere ospitato in una delle celle libere a chi voglia fare un ritiro più “radicale”.
L’Eremo di Monte Giove si trova nei pressi di Fano (Marche, provincia di Pesaro Urbino). Costruito all’inizio del XVII secolo, è uno dei luoghi religiosi più affascinanti del territorio marchigiano. Possiede un’antica farmacia e un preziosa biblioteca con circa mille volumi a stampa dal XVI al XIX secolo.
Ma sicuramente una delle particolarità sono le celle dei monaci eremiti camaldolesi. A Monte Giove le celle sono nove, disposte su tre file.
In cella, ma non in carcere
Quando si pensa a una cella, s’immagina una stanzetta: visto il nome, vengono in mente le quattro pareti e i pochi metri quadri in cui vivono i carcerati. Non è proprio così. Essendo la cella il luogo dove l’eremita passa gran parte della giornata, suddivisa tra lavoro, studio, preghiera e, naturalmente, riposo, questo luogo è composto da diversi spazi, come una piccola casetta. E ogni cella ha una propria cappella, un orto-giardino e, addirittura, una cisterna.
Adotta una cella
L’eremo ospita nella foresteria gruppi e singoli che vogliano passare lì del tempo. Ma, visto che attualmente a Monte Giove vivono soltanto pochissimi monaci, e quindi sei celle rimangono libere, i monaci hanno realizzato anche l’iniziativa “adotta una cella”, dando la possibilità di stare nelle celle alle persone che vogliano passare un tempo di ritiro più “radicale”.
L’Eremo di Monte Giove è immerso nel territorio marchigiano, tra la pace e la quiete della natura.
Tra le varie attività all’interno della struttura si effettuano anche ritiri spirituali e incontri di Mindfulness.