✈️ Il primo volo umano documentato (e fallito con stile)
Nell’Inghilterra dell’XI secolo, tra le navate e le torri dell’Abbazia di Malmesbury, accadde qualcosa che ha dell’incredibile: un giovane monaco benedettino, Oliviero di Malmesbury (o Eilmer), tentò quello che oggi considereremmo un volo con deltaplano. Ispirato dal mito di Dedalo, costruì ali rudimentali con legno, tessuti e ingegno, le fissò a braccia e gambe e si lanciò nel vuoto da una torre dell’abbazia. Volò per circa 200 metri, poi precipitò rovinosamente. Si ruppe le gambe, ma non lo spirito: attribuì il fallimento alla mancanza di una coda. Un’intuizione niente male, considerando che l’aerodinamica non esisteva ancora.
🧠 Tra stelle e coraggio: un monaco e la scienza
Il monaco volante Oliviero non era solo un pazzo visionario con ali cucite a mano: era anche un astrologo medievale. Osservò il cielo, registrò il passaggio della cometa di Halley nel 1066, e ricordò di averla già vista da giovane, suggerendo che fosse nato intorno al 984. Di lui ci parla Guglielmo di Malmesbury, cronista monastico e autore del De Gestis Regum Anglorum, che ci ha lasciato il racconto della sua impresa tra cielo e pietra.
🏛️ L’Abbazia di Malmesbury: laboratorio d’audacia
L’Abbazia di Malmesbury, fondata nel VII secolo, era uno dei principali centri culturali d’Europa. Nel Medioevo vantava una delle biblioteche più grandi del continente e un ambiente fertile per chi amava pensare in verticale, anche troppo. Fu qui, in mezzo a codici miniati e vetrate gotiche, che Oliviero di Malmesbury ebbe l’ardire di progettare la sua fuga verso il cielo.
🌟 Un’icona (quasi) dimenticata dell’innovazione
La figura di Oliviero ha attraversato i secoli ispirando menti brillanti come Ruggero Bacone e John Milton. Oggi è considerato un precursore dell’aviazione, simbolo monastico di innovazione ante litteram. Una vetrata commemorativa, installata nel 1920 nell’abbazia, lo raffigura mentre sfida il cielo, testimone che certe follie diventano storia.