Grana Padano: il formaggio, noto oggi in tutto il mondo, è nato dalle bonifiche delle paludi padane operate dai monaci cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle.
Quando si pensa alla Pianura Padana, s’immaginano immense distese di verde coltivato. Ma fino all’Anno Mille, quelle terre erano in realtà un insieme di paludi e foreste. È grazie soprattutto ai monaci dell’area che il territorio venne bonificato e reso coltivabile o adatto al pascolo. È quello che accadde anche intorno all’Abbazia cistercense di Chiaravalle, fondata intorno al 1135 da Bernardo di Chiaravalle.
Nell’area intorno all’Abbazia si svilupparono subito grandi allevamenti di mucche. La produzione di latte divenne ben presto eccessiva: la necessità di non mandare sprecate le eccedenze portò i monaci alla realizzazione di un nuovo formaggio a pasta dura e ruvida puntellato di granelli bianchi, dal sapore intenso, che migliorava col passare del tempo e della stagionatura. Il formaggio veniva prodotto cuocendo il latte nelle caldaie, mischiandolo poi con il caglio e mettendolo infine sotto salatura e a riposo. Il nome “grana” gli venne attribuito dalla gente comune, per la presenza di granelli. “Caseus vetus”, cioè formaggio vecchio, era invece il modo in cui lo chiamavano i religiosi dell’Abbazia, per la lunga stagionatura a cui veniva sottoposto.
Un formaggio per tutte le classi sociali
Il grana acquistò rapidamente un grande valore economico-sociale per tutta la valle. Il suo consumo si diffuse sia tra la gente comune, che trovava in esso un alimento nutriente, utile per dare energia per i lavori pesanti, sia sulle tavole dei ricchi e dei nobili, apprezzato per il suo sapore, soprattutto come ingrediente di ricette più elaborate.
Abbastanza rapidamente poi, il grana varcò i suoi confini per diffondersi. Nel Rinascimento, ad esempio, lo ritroviamo sulla tavola di Isabella d’Este, moglie di Francesco II Gonzaga, donna rivoluzionaria (fu definita “suprema tra le donne”) e grande amante del Grana Padano che, come testimonia una sua missiva, utilizzava anche come dono per i suoi familiari del Ducato di Ferrara. Tanto era diventato di utilizzo comune, che il Grana lo troviamo sulla tavola di un dipinto dell’Ultima Cena, opera anonima del XVIII secolo, esposto al Museo Gonzaga di Mantova.
Grana Padano e Parmigiano Reggiano: formaggi fratelli
Nel 1951, a Stresa, paese piemontese sul Lago Maggiore, sono state dettate precise norme per indicare e distinguere due formaggi che hanno origine dalla ricetta originale dei frati di Chiaravalle: Grana Padano e Parmigiano Reggiano, entrambi derivanti dalla tradizione del grana del lodigiano.
Questo rinomato formaggio in seguito è diventato prodotto di origine protetta (D.O.P). E, insieme al fratello Parmigiano Reggiano, come per tutti i prodotti famosi, vanta infinite imitazioni in tutto il mondo.