La tonsura buddista: il rito di ordinazione monastica buddista prevede la rasatura di barba e capelli. L’usanza rappresenta probabilmente l’abbandono della vita mondana (vanità e ricerca della bellezza esteriore). Ma forse nasce anche per esigenze igienico-sanitarie.
La tonsura, cioè il taglio dei capelli del religioso, è una pratica che è andata praticamente persa nel cristianesimo. Non è così, invece nel buddismo, il cui rito di ordinazione monastica prevede la rasatura di barba e capelli. Le motivazioni, probabilmente, sono le stesse della tonsura cristiana: abbandonando la vita mondana, si devono abbandonare anche la vanità e la ricerca della bellezza esteriore.
C’è, a dire la verità, chi afferma che l’usanza del taglio di barba e capelli sia nata più per esigenze igienico-sanitarie che per un senso ideale.
Ovviamente la tradizione fa risalire la pratica della tonsura direttamente al fondatore. Si narra infatti che il Buddha, quando decise di rinunciare al mondo, si tagliò i capelli tenendoli lunghi solo due dita. E così li lasciò per il resto della sua vita.
Tonsura e sessualità
Ma un’altra ragione del taglio dei capelli da parte dei monaci e delle monache buddiste potrebbe essere di natura sessuale.
Scrive Patrick Olivelle, esperto di religioni orientali:
La rimozione dei peli all’inizio dell’iniziazione monastica restituisce simbolicamente il religioso allo stato di un bambino sessualmente indifferenziato. La rimozione dei capelli implica lo sradicamento dei desideri sessuali.
(Encyclopedia of Buddhism. 2003 NY Gale).