La bevanda alcolica, prodotta con acqua, miele e lievito, è nota anche come “nettare degli dei”. Un tempo diffusissima in Europa, poi soppiantata da birra e vino, è oggi prodotta soprattutto all’interno di monasteri.
Una storia millenaria
L’idromele (o idromiele) è sicuramente la bevanda alcolica fermentata più antica del mondo e sicuramente la più utilizzata in Europa e nell’area mediterranea, prima di essere soppiantata dal vino e dalla birra. Se ne trovano tracce nell’antico Egitto, nell’antica Grecia e, poi, nell’Inghilterra celtica e nella Scandinavia vichinga. Molte le leggende sull’idromele legate proprio al mondo vichingo. Si dice che questa fosse la bevanda preferita dal dio Odino e da suo figlio Thor: non a caso viene chiamata anche “nettare degli dei”. E la leggenda narra che Odino (in alcuni casi si parla invece el figlio Thor) l’abbia sottratta ai Giganti, seducendo la figlia del gigante che ne era il custode.
Bevanda sacra, dunque, non soltanto perché amata dagli dei, ma perché usata anche nei rituali religiosi: si credeva infatti che, bevendola, si poteva uscire dal normale stato di percezione e passare ad una condizione estatica, quasi divina. I druidi e le tribù celtiche ne facevano largo uso durante tutte le cerimonie sacre che scandivano il ritmo delle stagioni.
Idromele e monasteri
Oggi l’idromele è molto meno diffuso di un tempo. E la ricetta originale, col tempo, è stata soppiantata da molte varianti. Ci sono però dei luoghi dove ancora oggi si produce con una certa fedeltà agli ingredienti base: i monasteri.
Sono diversi i monasteri in Europa che lo producono. Per i monaci del monastero francese di Santa Maria del deserto, ad esempio, la vendita dell’idromele da loro prodotto rappresenta la maggior fonte di sostentamento.
In Italia, tra i monaci che producono l’idromele, i più famosi sono senz’altro i benedettini della Cascinazza. La comunità benedettina, insediatasi nel 1971 in un tipico cascinale lombardo alle porte di Milano, dopo la realizzazione di un micro-birrificio, ha iniziato da pochi anni la produzione e la vendita di idromele.
Perché “luna di miele”?
Per concludere, una curiosità. La famosa espressione “luna di miele” ha a che fare proprio con l’idromele. Deriva infatti dai festeggiamenti che seguivano le nozze, durante i quali si consumavano molte bottiglie della bevanda alcolica.