San Benedetto su vino e monaci la pensava così…
“Ognun ha un particolare dono di Dio”, chi in un modo, chi in un altro. E perciò noi stabiliamo così minuziosamente la misura del vitto a ciascuno. Nulladimeno, riguardando la debolezza dei temperamenti, crediamo che una misura di vino al giorno basti a tutti. Quelli però cui Iddio dona la virtù dell’astenersi, sappiano che ne raccoglieranno particolar mercede. Che se la condizione del luogo o la fatica o il calore estivo richiedesse una quantità maggiore, resti in facoltà del Superiore; avuto sempre riguardo che non si vada sino alla sazietà o all’ebbrezza; giacché leggiamo, ai monaci non convenire il vino.Ma poiché ai tempi nostri non si può fare osservare siffatta cosa; almeno accordiamoci in questo, di non bere mai sino alla sazietà, ma assai parcamente: poicchè il vino fa apostatare anche i sapienti.
Dove poi la natura del luogo fa sì, che non si possa avere nemmeno la sopradetta misura, ma molto meno, ovvero niente affatto; coloro che si trovassero in tali luoghi, benedicano Iddio, e non escano in mormorazioni.
E questo, prima di ogni altra cosa, raccomandiamo, che i fratelli vivano senza mai mormorare.
San Benedetto nel redigere “La Regola” non trascurò di raccomandare la giusta dose di vino ai monaci per evitare “problemi”…
Nel capitolo XL (La misura del vino), Benedetto specifica le quantità per non incorrere in pettegolezzi e malcontenti: una vera e propria regola del vino! Ovviamente, si potevano fare eccezioni. Ad esempio, in presenza di fisici cagionevoli, per i quali il vino viene indicato come fosse un medicamento: un vero e proprio ricostituente!
Le regole c’erano, ma se poi hai le chiavi della cantina…
Foto by: Brooklyn Museum – Wikipedia | Dipinto di Antonio Salvador Casanova y Estorach (pittore spagnolo).