Bandiere colorate sui monasteri del Tibet

Bandiere colorate sui monasteri del Tibet

Utilizzate dal buddismo tibetano, le bandiere colorate che sventolano sulle cime delle montagne e sopra i tetti dei monasteri hanno probabilmente un’origine molto anteriore al buddismo stesso.

 

Anche se la leggenda ne ascrive l’uso iniziale allo stesso Buddha, risulta assai probabile che abbiano avuto origine con l’antica religione tibetana chiamata “bon”. Il sacerdote di quella religione, il Bonpo, per onorare le cerimonie religiose, utilizzava delle bandierine tinte con i colori primari.

Significato e utilizzo delle bandiere colorate

Ma a cosa servono queste bandiere colorate? Sono sostanzialmente delle bandiere di preghiera, che dalla stoffa, grazie alla forza del vento, possono essere trasportate in tutta l’area circostante. Anche i colori non sono messi in modo casuale: le bandiere sono sempre disposte in gruppi da cinque, e sempre, partendo da sinistra a destra, sono cosi disposte: blu, bianco, rosso, verde e giallo, colori che simboleggiano, rispettivamente, lo spazio, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra.

Queste bandiere sono chiamate lung-ta, nome del cavallo disegnato al centro di esse, che trasporta tre doni: il Buddha, il Dharma, cioè l’insegnamento Buddhista, e il Sanga, la comunità Buddhista. Oltre a questa e ad altre figure, le bandiere contengono delle preghiere o dei mantra, solitamente pensate per evocare amore, compassione, pace e armonia.

2 tipi di bandiere colorate

Accanto alle bandiere lung-ta, che sono appese in orizzontale su lunghe corde, esistono anche le bandiere dachor, posizionate in verticale su dei pali. Ovviamente queste bandiere si consumano col tempo. Quando ciò accade, i tibetani appendono nuove bandiere a fianco di quelle vecchie. Un gesto che simboleggia i cambiamenti della vita, un circolo di cui ogni essere vivente fa parte. In realtà, la tradizione vuole che le bandiere troppo consunte vengano bruciate. In questo modo il loro potere può ancora emanarsi nei dintorni attraverso il fumo prodotto.

I monaci buddisti tibetani non considerano loro esclusiva l’uso delle bandiere di preghiera. Anzi apprezzano che esse vengano usate anche da chi non pratica il buddhismo, perché questo, pur fatto magari per semplici motivi estetici, diffonde comunque buoni auspici nel mondo.